Stando a quanto riferito al Nikkei Asian Review, Huawei avrebbe accumulato una grande scorta di materie prime che potrebbero bastare per quasi 2 anni di prodotti: la maggior parte degli sforzi di stoccaggio di Huawei si concentrano sui processori server prodotti da Intel e Xilinx.

Credits to: Nikkei Montage / AP

Secondo Huawei questi sarebbero i componenti più essenziali, quelli destinati al business principale dell’azienda, cioè la gestione delle infrastrutture di rete e il cloud.

A quanto pare, il colosso cinese avrebbe accumulato materiale tale per garantire la produzione fino ai prossimi due anni.

Purtroppo per Huawei, dopo le ultime restrizioni imposte dal governo degli Stati Uniti, non ci sono alternative a lungo termine per garantire gli approvvigionamenti: infatti la produzione di chip progettati dalla stessa azienda è attualmente bloccata.

La società cinese ha iniziato ad accumulare i componenti alla fine del 2018, quando la CFO Meng Wanzhou, figlia del fondatore Ren Zhengfei, è stata arrestata sul confine canadese.

Huawei ha infatti dichiarato di aver speso 23.45 miliardi di dollari accumulando chip ed altri componenti nel solo 2019, con un aumento del 73% rispetto all’anno precedente.

Secondo alcune fonti Huawei si sta focalizzando sull’accumulo di chip Xilinx, azienda con sede a San José e progettista di chip altamente specifici particolarmente importanti per Huawei, in quanto non esistono fornitori non statunitensi comparabili, e sono estremamente cruciali per la realizzazione di grandi apparati di rete, core business dell’azienda cinese.

I chip di Xilinx sono troppo difficili da essere sostituiti al momento. Nemmeno il progettista di chip Hisilicon di Huawei è in grado di competere completamente con le offerte di Xilinx.

Dichiarazione di un fornitore di Huawei al Nikkei

I chip Xilinx hanno forti implicazioni per la sicurezza nazionale statunitense, in quanto impiagati ampiamente nel settore della difesa e in quello aereospaziale (ad esempio per i Caccia F-35, i satelliti e le ricerche della NASA). Di fatto, uno degli obiettivi dell’amministrazione Trump è quello di riportare la produzione di Xilinx in territorio USA.

Huawei sta accumulando anche grandi scorte di processori Intel ed AMD, in modo da garantire la produzione di server ed altri prodotti. Entrambe le aziende hanno sede negli Stati Uniti e insieme controllano il 98% del mercato mondiale di processori.

Ovviamente i processori server sono molto più complicati di quelli utilizzati nei notebook, per questo risultano una fondamentali per lo sviluppo economico di Huawei.

Nonostante gli sforzi dell’azienda però, la posizione di mercato di Huawei potrebbe essere messa in discussione, in quanto si parla di materiale in continua evoluzione: i processori accumulati fino ad oggi potrebbero risultare obsoleti nel giro di qualche mese.

Infine, nonostante tutto, i rapporti con gli Stati Uniti potrebbero incrinarsi ulteriormente, generando nuove restrizioni. Continueremo ad aggiornarvi sugli ulteriori sviluppi.


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