Nonostante l’incontro tra il presidente Trump e il presidente Xi Jinping la settimana scorsa al G20 di Osaka, in cui sono stati chiariti alcuni aspetti della guerra commerciale, tra cui il via libera per Huawei di acquistare beni e proprietà intellettuali negli Stati Uniti, le acque non sembrano essersi completamente calmate.

La guerra commerciale ha avuto inizio un anno fa, il 6 luglio 2018, quando gli Stati Uniti hanno imposto dei dazi sui prodotti esportati dalla Cina. Da quel giorno la situazione è drasticamente peggiorata fino a sconvolgere il sistema commerciale globale.

Attualmente, i due paesi in guerra sembrano essersi “trincerati” nelle proprie posizioni: da una parte il governo cinese pretende che ogni dazio imposto nell’ultimo anno sia eliminato, dall’altra ancora non è chiaro dove gli Stati Uniti vogliano andare a parare. Non esistono richieste ufficiali dal governo statunitense, pertanto la ricerca di un punto d’incontro tra i due paesi risulta molto difficile.

“Non prevedo uno scenario in questo momento in cui gli Stati Uniti rimuoverebbero tutte le tariffe che sono state applicate finora. Penso che ci siano molte preoccupazioni profondamente radicate che renderanno davvero difficile rimuoverle.”

Jon Cowley, avvocato esperto in commercio internazionale presso la Baker McKenzie a Hong Kong.

Sicuramente gli Stati Uniti sono impauriti dall’immensa crescita della Cina degli ultimi anni, un paese che da emergente è passato ad essere una realtà economica ben consolidata.

Secondo Dong Tao, vicepresidente del Credit Suisse Private Banking per la Grande Cina, gli ultimi 12 mesi sono stati “solo la prima frase del primo capitolo” di quella che è una nuova rivalità tra superpotenze.

Esperti cinesi hanno affermato che l’imprevedibilità del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imbrogliato la squadra negoziale cinese ed è stato un grosso ostacolo a un accordo per porre fine alla guerra commerciale.

“Ci sono stati molti colpi di scena riguardo la guerra commerciale nell’ultimo anno. La personalità di Trump ha contribuito a questo, ma il suo stile ha anche innescato la generale cautela di Washington verso l’ascesa della Cina. Almeno a breve termine, questo status non cambierà. Ho parlato anche con le mie controparti a Washington e sono molto diffidenti nei confronti dello sviluppo attuale della Cina. Non è più la Cina che conoscevano, stanno cercando di capire come affrontare la nuova potenza. La guerra commerciale non è stata lanciata da Trump da solo, ha dietro di sé dei consulenti, e alcuni di loro sono persino più aggressivi di Trump.”

Yu Wanli, senior fellow del Charhar Institute

Secondo alcune persone, la mancanza di chiarezza su ciò che gli Stati Uniti sperano di ottenere dai colloqui ha reso la Cina meno incline a concludere un accordo. Un ex funzionario americano ha descritto la tendenza di Trump a cambiare regolarmente idea come “volatilità volontaria”.

“Non è ancora chiaro cosa vogliano gli Stati Uniti: accesso al mercato, riforma dei diritti di proprietà intellettuale e trasferimento tecnologico forzato, maggiore facilità di fare affari in Cina o la ristrutturazione dell’intera economia cinese? La Cina ha giocato in modo tale da non sentire l’urgenza nel porre fine alla questione. Dal punto di vista della cina gli Stati Uniti non sanno cosa vogliono, quindi perché cedere?”

Bryan Mercurio, Professore di economia internazionale e legge presso l’Università cinese di Hong Kong.

Questa settimana è sorta la prospettiva di una guerra commerciale tra Giappone e Corea del Sud, quando il Giappone ha posto limiti all’esportazione di materiali hi-tech.

“Gli Stati Uniti hanno davvero aperto il vaso di Pandora utilizzando le tariffe commerciali come arma per raggiungere altri obiettivi, e questa è davvero una preoccupazione. E puoi vedere che il Giappone e altri paesi potrebbero aver imparato dagli Stati Uniti adottando lo stesso modus operandi, e questo è davvero tossico per il sistema commerciale mondiale.” 

Henry Gao, Professore di diritto commerciale presso la Singapore Management University.

Ovviamente dopo i numerosi colpi di scena l’elemento sorpresa è completamente scomparso: le aziende ora si aspettano il peggio e stanno pianificando ogni minaccia che Trump potrebbe fare.

Vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi.

Fonte: South China Morning Post