Nella giornata di ieri, il governo cinese ha rilasciato un documento per formalizzare le proprie posizioni riguardo i colloqui commerciali con gli USA.

Le Dichiarazioni arrivano mentre la guerra commerciale con gli Stati Uniti infuria e la Cina minaccia di rispondere con una propria Blacklist di aziende ed individui ritenuti non affidabili.

una foto di Wang Shouwen | Credits: techcrunch.com

USA o Cina? Chi ha ragione?

Secondo il Governo Cinese la responsabilità dei mancati accordi è degli Stati Uniti, in quanto hanno imposto dazi e tariffe addizionali sui beni cinesi, che impediscono la cooperazione economica tra due super potenze ed del resto del mondo.

Mentre entrambi i paesi propongono modifiche al testo e al linguaggio utilizzato nei negoziati in corso, l’amministrazione USAha continuato a cambiare le proprie richieste, negli ormai 10 tentativi di negoziati“.

Wang Shouwen, Vice-Ministro del Commercio Cinese, ritiene che i precedenti accordi commerciali con gli USA fossero semplicemente “fangosi“, come dimostrato dalla decisione del Governo Cinese di stilare una propria blacklist.

La Cina non starebbe a guardare

Secondo quanto espresso in un documento da poco rilasciato, la Cina non vorrebbe una guerra commerciale ma sarebbe pronta a combattere all’occorrenza.

La posizione di Pechino riguardo i negoziati commerciali non è mai cambiata: la cooperazione commerciale è negli interessi di entrambi i paesi, il conflitto può danneggiare entrambi.

Secondo Eunice Yoon della CNBC, le ultime dichiarazioni del governo di Pechino, sono le stesse già rilasciate a Settembre.

Trattative eque

Il Governo Cinese rimane fedele alle precedenti dichiarazioni: nonostante rimangano i diversi attriti tra i due paesi, la Cina è disposta a collaborare con gli Stati Uniti per raggiungere “un accordo reciprocamente vantaggioso e vantaggioso per tutti“.

Tuttavia, la cooperazione deve essere basata su dei principi e non deve compromettere gli interessi principali della Cina.

“Non è stato concordato nulla finché non è stato concordato tutto”.

Wang Shouwen, Vice-Ministro del Commercio Cinese.

Secondo Shouwen, non c’è bisogno di preoccuparsi della recente blacklist cinese, in quanto contiene soltanto entità che si scontrano con le regole di mercato e che violano lo spirito dei contratti commerciali, che tagliano le forniture alle imprese cinesi per motivi non commerciali, o che minacciano la sicurezza nazionale e gli interessi pubblici della Cina.

La Cina rispetta i diritti di proprietà intellettuale

Il documento tratta anche le accuse degli USA riguardo il furto di proprietà intellettuali. Secondo il Governo Cinese, tali accuse sono “costruite ed infondate“; la Cina, negli ultimi anni, ha compiuto grandi sforzi per proteggere e far rispettare i diritti di proprietà intellettuale.

Shouwen ha affermato che la Cina paga ogni anno agli Stati Uniti una significativa somma di denaro per la concessione delle proprietà intellettuali. Dei 35,6 miliardi di dollari spesi nel 2018, quasi un quarto è andato negli Stati Uniti.

Gli investimenti sarebbero un beneficio per entrambi

Secondo quanto affermato inoltre nel documento, gli investimenti bilaterali tra i due paesi sono vantaggiosi per entrambi e non tendono assolutamente a minare gli interessi degli Stati Uniti.

Il Governo Cinese respinge anche le accuse di collaborare con le aziende sul proprio suolo, e di non avere voce in capitolo su investimenti o acquisizioni specifiche. “Anche se facessimo tali richieste, le aziende non obbedirebbero“.

In risposta alle indagini della Cina sulla FedEx circa i documenti commerciali di Huawei che sono andati perduti (FedEx è accusata di averli dirottati negli USA), Shouwen ha assicurato che:

Le imprese straniere sono benvenute a operare legalmente in Cina, ma quando infrangono le regole devono collaborare con le indagini normative. Questo è indiscutibile. “

Wang Shouwen, Vice-Ministro del Commercio Cinese.

Ovviamente il gigante delle comunicazioni Huawei rimane, ad oggi, il soggetto più danneggiato da questa guerra commerciale.


Questo è solo un altro pezzo del grosso puzzle che si sta formando attorno USA e Cina. Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.

Fonte: techcrunch.com