A qualche mese dal blocco delle vendite di dispositivi Huawei negli Stati Uniti, Donald Trump avrebbe deciso di vietare qualsiasi collaborazione tra le aziende statunitensi e l’azienda cinese. Google avrebbe quindi deciso di annullare le licenze hardware e software a Huawei, eccezion fatta per le licenze open source.

Qualche passo indietro
Huawei è una societa cooperativa cinese che si occupa principalmente di reti e telecomunicazioni. In questi anni è riuscita ad imporsi sul mercato globale degli smartphone, riuscendo ad affermarsi come il secondo produttore mondiale dopo aver sorpassato un colosso del calibro di Apple.
Negli ultimi mesi l’azienda è stata accusata dal governo americano di frode finanziaria, cospirazione, riciclaggio e di aver violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran: questo avrebbe spinto il presidente americano Donald Trump a prendere provvedimenti al riguardo.
Il tweet di Google
Un tweet di Google (tramite l’account ufficiale di Android) recita che nell’immediato Huawei avrebbe perso l’accesso agli aggiornamenti di sistema, pur non compromettendo i dispositivi già commercializzati privandoli di servizi come Google Play o Google Play Protect che continueranno a poterne usufruire (ricordiamo che però tutti questi servizi non vengono sfruttati in Cina dove sono bloccati).
“Per le domande degli utenti Huawei riguardanti i nostri passi per conformarci alle recenti azioni del governo degli Stati Uniti: vi assicuriamo che mentre siamo conformi a tutti i requisiti governativi degli Stati Uniti, servizi come Google Play e la sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sul vostro dispositivo Huawei esistente.”
Anche i chipmaker si adeguano al ban

In seguito al ban deciso dal governo statunitense anche Intel, Qualcomm, Broadcom e Xilinx avrebbero seguito la strada di Google, sospendendo le collaborazioni con Huawei (secondo Bloomberg).
Secondo la stessa fonte, l’azienda cinese nell’ultimo periodo avrebbe accumulato scorte di processori e chip provenienti dalle aziende statunitensi che le permetterebbero una produzione di dispositivi per circa 3 mesi: questo fa intuire che Huawei temesse già azioni di questo tipo.
Non è da escludere che, nel corso dei prossimi giorni, altre aziende statunitensi possano decidere di seguire gli ordini governativi.
La proroga di 90 giorni e il futuro
Il ban di Huawei ha avuto numerose ripercussioni sulla borsa e su molte aziende mondiali in termini di immagine e cali delle vendite. Questo ha spinto il dipartimento del commercio (come cita Reuters) a concedere una licenza temporanea di 90 giorni che permetterà a Huawei di continuare a rifornirsi di componentistica e, nel caso di Google, di fornire aggiornamenti software. Questa licenza temporanea potrà comunque essere estesa dal dipertimento del commercio alla sua scadenza (prevista il 19 Agosto 2019).
Il futuro dell’azienda è ancora incerto. Huawei è sicuramente al lavoro su una versione di Android proprietaria già da tempo: gira da un po’ la notizia che possa chiamarsi “HuaweiOS” o “KirinOS” e integrerà nuovi servizi.
Lato pc la situazione è piu complicata dato che anche la Microsoft potrebbe interrompere la propria collaborazione con l’azienda cinese e quindi negare l’utilizzo di Windows all’interno di tutti i Matebook di Huawei.
Possibili scenari
Per concludere, la situazione potrebbe evolversi in moltissimi modi.
Non è detto comunque che le decisioni prese dal governo statunitense siano definitive: in questa finestra di 90 giorni potrebbero certamente scendere a compromessi dal momento che la questione ha avuto un impatto commerciale negativo per entrambe le parti in gioco.
Vi aggiorneremo in caso di sviluppi sulla questione.
Fateci sapere nei commenti cosa ne pensate di questa situazione che sta colpendo Huawei e coinvolge Google, i chip-maker e gli USA.
Fonte: Bloomberg, Reuters
