Quanti di voi, leggendo il titolo, hanno pensato che con “gabbia dorata” intendessi l’ecosistema creato e messo a punto negli anni da Apple?

Probabilmente qualcuno di voi si mentre altri si staranno chiedendo il perché di questo.

Più avanti nell’articolo, proverò a spiegare il mio punto di vista.


Un piccolo excursus

Ricordo benissimo il periodo del mio diciottesimo compleanno. Era il lontano 2009 e stavo decidendo quale smartphone farmi regalare.

Parlare di smartphone allora, specie considerando l’evoluzione che ha subito il panorama degli smartphone negli ultimi dieci anni, era probabilmente azzardato. Di contro, però, tutto quello che non sia feature-phone poteva essere considerato smartphone.

In quel periodo ero un felicissimo possessore di Nokia N73.

La mia scelta era, fondamentalmente, ristretta a due alternative: abbracciare il mondo Apple prendendo un iPhone (ricordo che c’era il 3G in quel periodo) o prendere un HTC Touch HD (con Windows Mobile 6.5).

Scelsi l’HTC perché probabilmente non mi rendevo conto di cosa stesse costruendo Apple.

Probabilmente, se avessi preso l’iPhone, oggi non sarei qua a potere parlare con “lucidità” di tutta questa situazione: probabilmente mi sarei fossilizzato sul mondo Apple senza provare alternative, senza guadagnare la possibilità di parlare con cognizione di causa.


Il mio rapporto col mondo Apple

Non ho mai avuto un computer Mac ma l’ho comunque usato.

Dopo esserci sfiorati nel 2009, io e Apple ci siamo reincontrati nel 2014 quando, per motivi lavorativi, ricevetti un iPad Mini 2 e successivamente, grazie alla mia sim aziendale presi un iPhone 5C in comodato d’uso giusto per “provare” il mondo ed il sistema operativo.

Non fu amore a prima vista: non erano top di gamma, non erano appena usciti, ma aveva il loro perché, trovando il massimo nella produttività e, per un utente “business”, il mondo iOS e il connubio iPhoneiPad erano la scelta giusta (ricordo che con il 5C mandai in pensione il mio caro e vecchio Blackberry Curve 8520, fino a quel momento ottimo per la gestione delle mail).

Nel 2015, passai all’iPhone 5s, sicuramente migliore del 5C, ma ancora lontano dal 6 e dal 6s, più innovativi dal punto di vista del design.

Il 5s ha avuto la forza di convincermi che, almeno per me, non ci fosse un mondo vincente tra quello Android e quello iOS: dovevo tenere parallelamente un dispositivo con la mela morsicata e uno col robottino verde.

Nell’Agosto del 2016 presi l’iPhone 6S, saltando a piè pari la generazione del 6, scottato dal difetto strutturale di quest’ultimo ma rincuorato dai miglioramenti apportati dalla casa di Cupertino.

Ero sempre più soddisfatto dal lavoro svolto da Apple dal punto di vista di design, della cura nei dettagli e della cura nel sistema operativo.

Ero talmente soddisfatto che solo 7 mesi dopo passai all’iPhone 7: con questo telefono, Apple ha raggiunto, dal mio punto di vista, un livello altissimo per quanto riguarda prestazioni, estetica, funzionalità, ma il design era arrivato alla fine della propria carriera.

Nel 2017 Apple presentò ben tre prodotti: due in linea con la serie 7 (ovvero gli iPhone 8 e 8 Plus) ma con una novità sostanziale dettata dal retro in vetro e non più in metallo e uno completamente anticonvenzionale, ovvero l’iPhone X.

Oggi ho un iPhone X, non lo nascondo, ma ho aspettato che maturasse un anno e che uscissero i nuovi modelli prima di comprarlo: ho fatto questo perché ho visto il lancio di X un po’ prematuro, quasi fosse una versione “beta” del terminale stesso.

Dopo un anno di aggiornamenti, il telefono è migliorato parecchio ritornando agli standard qualitativi, da sempre offerti da Apple.


Perché gabbia dorata?

Presto detto.

Come molti di voi sapranno, il panorama Android prevede l’apertura verso l’esterno, verso la community, perseguendo la filosofia dell’Open Source.

Apple no. Si tratta di un mondo chiuso in se stesso, all’interno del quale finché hai prodotti che fanno parte dell’ecosistema va tutto bene ma appena “esci dalla gabbia” ti ritrovi fuori-gioco, frammentato.

Parlo di gabbia dorata proprio per questo. Chi ha un ecosistema Apple (chi può permetterselo), ovvero chi ha un iPhone, un iPad, un Macbook e magari anche un Watch non ha problemi di alcun tipo: tutte le parti del puzzle combaciano alla perfezione e ti regalano un’esperienza di utilizzo ottimale, inesistente, forse, da qualsiasi altra parte.

Nel panorama Android, la situazione è completamente diversa: puoi benissimo avere un telefono Samsung con uno smartwatch della Ticwatch, un tablet Huawei e un Chromebook della ASUS: l’ecosistema è più ampio e ti da più possibilità. Quello che è certo, però, è che non avrai mai la continuità che ti regala un ecosistema monobrand (e ci hanno provato e continuano a provarci Samsung, Huawei e Google stessa in primis a creare degli ecosistemi personali).

Un altro punto di vista può essere dettato dalle sostanziali differenze filosofiche tra i due sistemi operativi.

Android fornisce un’enorme flessibilità sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della filosofia di utilizzo (Android Stock, Android One, rom elaborate come quelle di Samsung e Huawei, ecc.) e fornisce inoltre infinite possibilità di personalizzazione (a partire dal font a finire a tutto, pure l’intera rom). L’unica pecca del robottino verde è la frammentazione: tanta, troppa probabilmente e che si riversa, ovviamente, sullo sviluppo delle varie applicazioni che, molte volte, sono troppo peggio della controparte su iOS.

Apple invece ti “costringe” a scegliere tra i propri prodotti e non ti da la minima possibilità di personalizzare (se non sfondi e suonerie, sia chiarpo). D’altro canto, avendo a che fare con un risicato numero di dispositivi da gestire, ha la meglio sul fronte dell’ottimizzazione (sia delle app che del mero sistema operativo): questo, a mio avviso, è il più grande vantaggio della “gabbia dorata”. Un altro valore aggiunto è dettato dalle app e dai servizi proprietari made in Cupertino: ogni anno migliorano, ogni anno si evolvono, diventando sempre più completi e aumentando sempre più il gap con i competitor.

Alla fine, poi, apri il gestore file su un iPhone e ti vorresti mettere le mani nei capelli.

Sinceramente? Sono entrato a far parte di questa gabbia dorata con consapevolezza, e con consapevolezza ho imparato ad entrarvi e uscirvi senza problemi, evitando di diventare un fan-boy o un hater del brand ma cercando sempre di analizzare lucidamente quello che succede in generale.

E voi? Che ne pensate?