Era il lontano 29 Settembre 2015 quando Google presentava la settima (ed ultima) generazione della serie Nexus: il compatto Nexus 5X (prodotto da LG) e il generoso Nexus 6P (prodotto da Huawei). I due devices vennero lanciati sul mercato con l’ultima release allora disponibile del sistema Android, ovvero la versione 6.0 Marshmallow.

Dall’anno dopo, Google, rivoluzionò la sua gamma di dispositivi, mandando in pensione la serie Nexus in favore della neonata serie Pixel, cambiando completamente la fascia di prezzo in cui collocare i propri dispositivi, spostando tutto il blocco verso la fascia “premium” del mercato.
Oggi i due devices sono ormai “abbandonati”, con l’ultimo aggiornamento della versione 8.0 Oreo arrivato fine 2017 e le ultime patch di sicurezza arrivate a Novembre 2018, mentre i Pixel ricevevano Android 9 Pie.
Il Nexus 5X
Durante il Black Friday del 2017 trovai in volantino (credo Unieuro) il Nexus 5X nella versione base con 2GB di RAM e 16GB di storage a poco più di 150€ e lo presi al volo, curioso quanto mai di provare per la prima volta l’esperienza pura di Google.

Scheda tecnica
- Dimensioni: 147 x 72.6 x 7.9 mm
- Peso: 136 grammi
- CPU: Qualcomm Snapdragon 808 hexa core
- GPU: Adreno 418
- RAM: 2GB
- Storage: 16GB
- Memoria espandibile: no
- Display: LCD IPS da 5.2″ con risoluzione FullHD
- Protezione: Vetro Gorilla Glass 3
- Materiale scocca: Policarbonato
- Fotocamera posteriore: 12 Mp con apertura F2.0, stabilizzazione digitale, autofocus, HDR e dual flash LED (video fino a 4K 30 fps)
- Fotocamera frontale: 5 Mp (video fino a 720p 30 fps)
- LTE: DL fino a 300 Mbps | UL fino a 50 Mbps
- Sim: Slot singolo per nano-sim
- Wi-Fi: 802.11 a/b/g/n/ac
- Bluetooth: 4.2 con A2DP/LE
- USB: Type-C 1.0
- NFC
- GPS: A-GPS/GLONASS
- Batteria: LiPo da 2700 mAh con ricarica rapida
Come andava
Al momento dell’acquisto, il telefono era equipaggiato con la versione di Android 8.0, versione con cui poi è andato a morire 12 mesi dopo il mio acquisto.
L’esperienza Android pura è appagante, con tutto ciò che serve proprio al suo posto: il sistema operativo del robottino verde, nel corso degli anni, è diventato sempre più completo, spingendo anche molti produttori ad abbandonare le proprie personalizzazioni quasi del tutto in favore di una visione più pulita e leggera.
L’unico limite nella mia versione è dato dal limitato quantitativo di RAM e di Storage: probabilmente con la versione da 3/32 mi sarei trovato molto meglio.
Per il resto, lo Snapdragon 808 muoveva abbastanza bene il dispositivo, trovando qualche difficoltà solo con l’utilizzo di app pesanti (penso ai social quali Facebook, Instagram, Snapchat ad esempio).
Il vero e proprio tallone d’achille era la batteria: sin da subito avevo capito che non avrei mai fatto una giornata intera col mio utilizzo senza una ricarica intermedia.
Come va oggi
Come ho già detto, dal punto di vista di mamma Google il telefono è stato abbandonato. La community però non sta a guardare: ad esempio, il mio 5X ha trovato nuova linfa grazie alla ROM “Pixel Experience” (basata sul software visto a bordo dei Pixel 3) che porta la versione 9 di Android e, grazie agli aggiornamenti forniti dal team di sviluppo, introduce spesso piccole novità e fornisce le ultime patch di sicurezza disponibili.

Certo, se pensiamo alla fluidità e alla potenza che garantiscono i nuovi SoC della Qualcomm, questo Snapdragon 808 fa un po’ ridere ma, dopo 3 anni e mezzo, continua ancora ad essere una valida alternativa ai device di fascia bassa. App come Instagram o Facebook fanno venire il mal di mare, pertanto ho deciso di non utilizzarle sul mio dispositivo.
Ovviamente i benchmark sono abbastanza impietosi (e inutili da questo punto di vista) e regalano punteggi ridicoli al confronto con gli attuali medio e top di gamma.
Purtroppo (e ovviamente) la batteria continua ad essere un disastro, la dimensione e le risorse usate sempre crescenti delle app fanno sì che per certe cose sia praticamente inutilizzabile, ma per un uso blando, magari senza social e per scattare qualche foto, continua ad avere un suo perché.
Inoltre il display LCD IPS da 5.2″ FullHD è abbastanza datato (anacronistico con il suo formato in 16:9 rispetto ai trend attuali) e di una qualità tale che ormai si trova tranquillamente nei medi di gamma.
A proposito di foto! Grazie alla Google Camera (ho scaricato banalmente l’apk da apkmirror), gli scatti migliorano sensibilmente (specie in notturna) rispetto a quelli offerti dalla fotocamera stock del telefono.
Conclusioni
Mi sono pentito di averlo comprato? No.
Lo ricomprerei? Forse.
Probabilmente se avesse avuto lo Snapdragon 810 presente sul Nexus 6P sarebbe ancora oggi un validissimo prodotto (vedi OnePlus 2 che ancora oggi, grazie alla community, va una meraviglia).
Mi è dispiaciuto solo il fatto che Google abbia abbandonato la serie Nexus provando a riconquistare quella fascia di mercato coi nuovi Pixel 3a e Pixel 3a XL che però non sono, a mio avviso, da paragonare ai Nexus. Un conto è trovarsi davanti dei top di gamma “grezzi” e dal prezzo contenuto che fanno dell’esperienza utente il loro fiore all’occhiello (come erano i Nexus), un conto e trovarsi davanti dei medio di gamma che presentano numerose rinunce rispetto ai fratelli maggiori (materiali, tecnologia delle memorie, processore, …) per potere avere un prezzo appetibile.
Tornando a noi: alla fine, grazie alle ROM sviluppate dalla community, ho potuto apprezzare come questo 5X si trovi bene con Android Pie, segno che il supporto poteva tranquillamente continuare.










